
Isole Canarie migliaia di abitazioni in attesa di permesso di costruzione
Diversi i settori dell’economia che hanno preso posizione in merito alla necessità di ampliare il parco immobiliare nelle Canarie.
Secondo i dati disponibili raccolti dal quotidiano Diario de Avisos, sono oltre 25.000 le case che potrebbero essere costruite, se le pratiche burocratiche per le autorizzazioni già richieste venissero espletate in tempi più brevi.
Mari Brito, Sindaco di Candelaria e Presidente della Fecam (Federación Canaria de Municipios), ha confermato l’impegno per far fronte a uno dei problemi maggiori: “Abbiamo constatato la situazione presente in molti comuni e sappiano che in alcuni casi le scadenze che si prolungano possono avere diverse cause, ma la media che stiamo mantenendo in questo momento è di un anno, un anno e mezzo”.
BASTA PERDERE TEMPO, BISOGNA ACCELERARE I TEMPI DI ATTESA
La situazione è così paradossale che gli stessi costruttori riconoscono che “nella maggior parte dei casi ci vuole più tempo a ottenere i permessi che a costruire”.
Sono gli stessi rappresentanti dell’edilizia a segnalare che solo se si riesce a gestire tempi e modi dei permessi, sarà possibile costruire tutte le case necessarie nelle Canarie, e la mancanza di case rappresenta in questo momento “il maggior problema” per la popolazione.
La giunta parlamentare aveva convalidato lo scorso 20 marzo il decreto legge sulle misure urgenti in materia abitativa. L’Assessore Pablo Rodríguez ha spiegato che bisogna fare di più, perché il piano canario, di sole 2.000 unità previste, è insufficiente.
Ha spiegato che si sta cercando di rendere disponibili terreni, di creare case popolari, di semplificare le pratiche, trasformare locali commerciali e ad uso ufficio in abitazioni dignitose, e comunque di completare le opere rimaste inconcluse, senza consumare più suolo di quello già pianificato.
Rappresentanti del settore pretendono che le amministrazioni semplifichino le pratiche, che a volte durano più della costruzione stessa delle case.
Potrebbe essere la svolta per far si che i lavoratori presenti sull’isola non venissero trattati sempre cm turisti, ma cm integrati nella società lavorativa editi anche allo sviluppo cittadino , in molti portiamo esperienze lavorative e professionalità oltre all’economia di altre nazioni.
L’importante sarebbe far si che le nuove abitazioni non vengano utilizzate cm investimento x turismo come succede fin ora, ma solo da residenti storici e non occasionali.