
Nel punto più alto di Gran Canaria, ai margini della immensa Caldera de Tejeda, si trova l’antico villaggio di Artenara.
L’antico villaggio di Artenara è ricco di storia aborigena, basta solo guardare al sito archeologico di Risco Caído con il suo stupefacente *almogarén sacro (*luoghi dove gli aborigeni di Gran Canaria eseguivano pratiche rituali di tipo culturale) con la sua cupola astronomica, dove la luna e il sole si illuminano nei solstizi… TRIANGOLI INVERTITI, simboli pubici di fertilità, incisi sul muro).

E che dire delle Case-grotta o delle Grotte aborigene di Acusa Seca di indubbio valore etnografico?

La terrazza panoramica più fotografata è sicuramente il Mirador de Unamuno, l’eminente filosofo (nonché rettore della prestigiosa Università di Salamanca) che fu esiliato alle Canarie dal dittatore Primo de Rivera… nel lontano 1910!

Un incantevole villaggio nel nord di Gran Canaria
Artenara è la località più alta di Gran Canaria. Circondata da un’accidentata orografia che lo scrittore Miguel de Unamuno definì “tempesta pietrificata”, è un immenso balcone naturale sulla Riserva della Biosfera di Gran Canaria.
Da Artenara si gode di un’incomparabile vista sui due simboli dell’isola: il Roque Nublo e il Roque Bentayga, centro spirituale degli aborigeni. È un luogo di vette, tranquillo e in cui prendersi una pausa dalle zone più rumorose della costa.
Un luogo circondato da un delizioso paesaggio di rocce e pinete
Artenara invita a percorrerla nell’ombrosa natura del Parco Naturale Pinar de Tamadaba. Il visitatore curioso potrà sentire come si viveva fino a non molti decenni fa nelle case grotta, tipiche della zona, molte delle quali riconvertite in agriturismi. O viaggiare nel passato pre-europeo nel complesso archeologico di Acusa. Nella sua architettura spiccano le sue piccole case, sobrie e funzionali, senza grandi artifici ma con la mescolanza di stili che apportarono i conquistadores europei. Per le torri della chiesa di San Matías si utilizzò pietra rossa estratta a Tamadaba.

Gianni G.