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Boccaccio e i suoi dintorni in relazione alle Isole Canarie

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Indice

Nel 2025 si celebrerà il 650° anniversario della morte del grande umanista italiano Giovanni Boccaccio

Il “De Canaria et Insules reliquis ultra Ispaniem in Oceano moviter repertis”, prima narrazione storica delle Isole Canarie.

Di Alfonso Licata*

EVIDENZIARE GLI EVENTI

Consideriamo che la Storia delle Isole Canarie inizia nel Basso Medioevo, e si estende almeno fino alla fine della conquista dell’arcipelago nel 1496.

Dobbiamo evidenziare tre eventi accaduti consecutivamente nel XIV secolo, che costituiscono i pilastri di questa tesi, per le ripercussioni che suscitarono a livello internazionale e che culminarono con l’incorporazione delle Isole Canarie alla Corona di Castiglia.

Questo insieme di eventi è costituito da:

La “riscoperta” medievale delle Isole Canarie

1.- La “riscoperta” medievale delle Isole Canarie dopo i soggiorni del genovese Lanzarotto Malocello sull’isola a cui dà il nome, a partire dal 1312 e la sua estensione fino al 1341, che diede origine alla successiva pubblicazione nel 1339 del primo Portulano dove appaiono le isole di Lanzarote, Lobos e Fuerteventura nel loro contesto sulla costa africana, preparato nella Scuola Catalano Maiorchina da Angelino Dulcert.

Questa carta nautica favorì la conoscenza delle isole nel mondo cristiano (papato avignonese e ordini religiosi), nelle Cortes d’Aragona, in Portogallo o Castiglia e negli ambienti di mercanti e trafficanti di schiavi.

La pubblicazione nel 1826 e 1827 del Testo-Documento

2.- La pubblicazione nel 1826 e 1827 del Testo-Documento “De Canaria et Insules reliquis ultra Ispaniem in Oceano moviter repertis” (“Di Canaria e delle altre Isole recentemente scoperte nell’Oceano dall’altra parte della Spagna”), da una relazione scritta in latino, che raccoglie varie notizie sulla spedizione esplorativa e di ricognizione che, patrocinata dal re del Portogallo Alfonso IV, fu condotta da Angiolino del Tegghia e comandata da Niccoloso da Recco e, forse, Lanzarotto Malocello.

La comparsa nel 1960 del libro straordinario

3.- La comparsa nel 1960 del libro straordinario: “Il Vescovado di Telde” di Antonio Rumeu de Armas che ci svela, sempre affidandosi a documenti attendibili, un’intera attività missionaria e poi commerciale, svolta da maiorchini e catalani; la creazione del Principato di Fortuna nel 1344 da parte di papa Clemente VI, nonché quella del Vescovado di Telde nel 1351, a cui aggiunse una ricca appendice di 24 documenti che iniziano con la data 1342, per arrivare all’anno 1419.

Il grande storico Canario ci lascia esposto in questo libro che il Vescovado di Telde fu il “…primo serio tentativo di penetrazione pacifica nei paesi degli infedeli provato dalla Chiesa e attaccato dai popoli ispanici proprio agli albori delle grandi scoperte geografiche…” e conclude scrivendo che, grazie al Vescovado di Telde “…la storia ecclesiastica e civile dell’Arcipelago ha guadagnato mezzo secolo di profondità, in aperta lotta con le antiche tenebre del Neolitico…”.

Il bibliografo e studioso italiano Sebastiano Ciampi scoprì nel 1826, nella Biblioteca Magliabechiana di Firenze, un manoscritto in lingua latina, il “Di Canaria e le altre isole recentemente scoperte nell’Oceano dall’altra parte della Spagna”, il cui testo allude ad una spedizione esplorativa e commerciale effettuata nel 1341, su iniziativa del re del Portogallo Alfonso IV , alle “Isole Canarie”.

“Boccaccio e i suoi dintorni in relazione alle Isole Canarie”

“Affresco di Giovanni Boccaccio” di Pietro Benvenuti -Casa-Boccaccio-

Il professor Marcos Martínez Hernández raccoglie nel suo saggio “Boccaccio e i suoi dintorni in relazione alle Isole Canarie” un racconto dettagliato sulla ricezione di “Di Canaria e le altre isole recentemente scoperte nell’Oceano dall’altra parte della Spagna” in Spagna, che ci induce a raccomandarne la lettura per la sua precisione metodologica e completa informazione, per situarci nello stato dei fatti e poter approfondire lo studio di nuove prospettive partendo da questo testo così interessante.

Riteniamo doveroso precisare che nelle Isole Canarie sono stati gli storiografi della regione a prestare maggiore attenzione al testo di Boccaccio, dato il suo contenuto di “cronaca storico-culturale”, che però non sminuisce in alcun modo il suo contenuto letterario, nè il suo valore etnografico e geografico.

IN DIECI VOLUMI LO STUDIO DELL’ARCIPELAGO



Il primo degli storiografi delle Canarie che si preoccupò di far conoscere “Di Canaria e delle altre isole recentemente scoperte nell’Oceano dall’altra parte della Spagna”, fu Sabino Berthelot (Marsiglia 1794-1880, Sta. Cruz de Tenerife ) canario d’adozione per la sua esemplare dedizione allo studio dell’arcipelago nella sua magnum opus in 10 volumi “Storia Naturale delle Isole Canarie”, in collaborazione con il botanico Philip Barker Webb, nel cui primo volume include la prima versione completa del testo di Boccaccio tradotto in spagnolo, con ampio commento al suo contenuto da cui si estraggono le seguenti specifiche valutazioni: “Questo prezioso documento che comincia a far luce sull’etnografia delle Canarie… è di grande importanza storica”.

A partire da Berthelot, tutti gli storici delle Isole Canarie si sono fermati, più o meno, nella valutazione che contiene il contenuto del Documento: il Dott. Chil e Millares Torres chiudono il XIX secolo, includendo quest’ultimo nella sua “Storia Generale di Isole Canarie”,

Terzo Libro dedicato al Medioevo, Capitolo VII, sotto il nome di “Angiolino del Tegghia”, differenziandolo dal precedente Capitolo VI che porta il titolo di “I Genovesi”, dove raccoglie le notizie sulla vita di Vadino e Guido Vivaldi nel 1285 e quello successivo nel 1291 di Thedisio D’Oria e Ugolino di Vivaldi, sempre nel XIII secolo, e quelli di “Lanciloto Maloxelo” (Lanzarotto Malocello) che sebbene oggi sappiamo che avvenero nel XIV secolo, dal 1312, Millares dice che “Un altro genovese della nobile famiglia Maloxelo, chiamato Lanciloto, visitò l’isola di Lanzarote nei secoli XII e XIII”.

Il Millares qualifica il documento “De Canaria et Insules…” come: “…bellissimo manoscritto di Boccaccio”, aggiungendo: “Questa è la descrizione più completa dell’arcipelago che ci è rimasta del periodo anteriore alla conquista, essendo tanto più degna di stima per lo storico quanto più conferma le notizie che i nostri primi cronisti hanno conservato nella loro memoria”, parole che continuano ad essere valide nonostante siano trascorsi 135 anni da quando sono state raccolte in quest’opera.

Data l’unicità di questo documento, nessun ricercatore, sin dalla sua scoperta nel 1826, è rimasto indifferente nei suoi confronti, ma ciò nonostante non è riuscito ad ottenere il giusto riconoscimento, o il primato che la sua profonda conoscenza merita, soprattutto nel contesto della Storia delle Isole Canarie e il suo rapporto con due grandi figure della Letteratura Universale, come Petrarca e Boccaccio.

Ma lo studio e l’analisi più approfondita effettuata sulla paternità del testo spetta al filologo e critico letterario italiano Vittorio Branca, fondatore nel 1963 ed editore della Rivista “Estudios sobre Boccaccio”, di cui il già citato professor Marcos Martínez, nell’opera citata in precedenza scrive: “È un particolare merito di V. Branca l’aver dimostrato in modo definitivo che il De Canaria di Boccaccio può essere considerato il primo modello descrittivo di tutti i rapporti di viaggi e scoperte precolombiane e colombiane…”, che comprende “le quattro parti che saranno programmatiche nei successivi rapporti:

  • a) Rapporto ufficiale sulla navigazione con dati introduttivi su date, protagonisti, obiettivi del viaggio, ecc.
  • b) Rapporto narrativo del primo incontro con le nuove terre e le loro popolazioni indigene.
  • c) Continuazione del viaggio verso nuovi luoghi.
  • d) Considerazioni commerciali ed economiche, nonché un ritratto antropologico della popolazione rinvenuta.

Orbene, in vista delle celebrazioni in memoria del grande umanista italiano Giovanni Boccaccio, il “Comitato del VII Centenario della riscoperta delle Isole Canarie da parte del navigatore italiano Lanzarotto Malocello” in collaborazione con il Comitato della Società Dante Alighieri delle Isole Canarie, godendo del patrocinio dell’Ambasciata d’Italia in Spagna, si apprestano ad organizzare eventi ed iniziative idonee a mettere in evidenza e diffondere, con spirito e fine divulgativo, il merito di questo grande personaggio della letteratura mondiale, ed in particolare il suo merito di aver rivelato, per primo, al mondo, l’esistenza delle Canarie e di un nuovo e sconosciuto pezzo di umanità.

* Presidente del Comitato per il VII Centenario della riscoperta delle Isole Canarie da parte del navigatore italiano Lanzarotto Malocello

*Presidente della Società dante Alighieri- Comitato delle Isole Canarie

alfolicata@gmail.com

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