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lunedì, Aprile 21, 2025
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Generazione ansiosa perché troppo online?

C’è correlazione tra uso degli smartphone in età puberale e i disturbi di cui soffrono sempre più frequentemente le nuove generazioni?

Jonathan Haidt, che insegna psicologia sociale alla Stern School of Business della New York University, non ha dubbi in proposito e porta numerosi dati a favore della sua tesi nel suo ultimo libro La generazione ansiosa. Come i social hanno rovinato i nostri figli (Rizzoli, 2024).

Il saggio mira soprattutto a mettere in guardia i genitori sulle conseguenze della mancata vigilanza sui propri figli e figlie per quanto riguarda l’uso di smartphone e social media.

Non è quindi un’opera scientifica, ma un best seller, tanto chiaro quanto assertivo: l’altro lato della medaglia è che secondo molti critici il libro è semplicistico, se non addirittura fuorviante. 

Generazione ansiosa perché troppo online?

Valeria Esposito ne ha fatto una sintesi, per poi esaminare anche le critiche al saggio rivolte.

TikTok e Instagram sono sempre più popolati da persone giovanissime, questo è ormai un dato di fatto. Sebbene la legge Children’s Online Privacy Protection Act (COPPA) del 1998 stabilisca i tredici anni come età minima per accettare le condizioni delle aziende, fornire i propri dati e creare un account personale, risulta comunque molto semplice eludere questi controlli, poiché non è prevista alcuna verifica effettiva. Oltre al fenomeno dilagante dei “baby influencers”, si stima che il 40% dei bambini e delle bambine americani sotto i tredici anni abbia creato un account su Instagram .

Eppure la Generazione Z, la prima ad aver sperimentato pubertà e adolescenza chini sullo smartphone, pare essere anche quella più ansiosa, depressa e soggetta a casi di autolesionismo.

C’è quindi correlazione tra uso degli smartphone in età puberale e i disturbi di cui soffrono le nuove generazioni?

Jonathan Haidt, che insegna psicologia sociale alla Stern School of Business della New York University, non ha dubbi in proposito e porta numerosi dati a favore della sua tesi nel libro La generazione ansiosa. Come i social hanno rovinato i nostri figli (Rizzoli, 2024). Il saggio mira soprattutto a mettere in guardia i genitori sulle conseguenze della mancata vigilanza dei propri figli e figlie sull’uso di smartphone e social media.

Non è quindi un’opera scientifica, ma un best seller tanto chiaro quanto assertivo e secondo molti critici semplicistico, se non addirittura fuorviante.

Crediamo utile quindi farne una sommaria sintesi per poi vedere le critiche. Come Scienza in rete ci piacerebbe aprire un dibattito sul tema, sicuramente d’interesse.

Un’infanzia al cellulare

Secondo Haidt il problema affonda le radici negli anni ottanta, quando i genitori, pur di proteggere figli e figlie, hanno preferito tenerli in casa davanti agli schermi. O anche solo per mangiare al ristorante in pace. All’inizio era la televisione il mezzo ideale di intrattenimento, oggi è stata sostituita… (continua)



Tratto da Scienze in rete

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