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lunedì, Febbraio 17, 2025
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Giovani italiani all’estero: una fuga da 134 miliardi

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Giovani italiani all’estero: una fuga da 134 miliardi

Negli ultimi tredici anni, dal 2011 al 2023, ben 550 mila giovani italiani tra i 18 e i 34 anni hanno scelto di emigrare all’estero, un dato che resta significativo anche al netto dei rientri, con 377 mila espatriati permanenti.

Giovani che scappano all’estero, una realtà preoccupante

Il Rapporto “I giovani e la scelta di trasferirsi all’estero” della Fondazione Nord Est, presentato oggi al CNEL, fotografa una realtà preoccupante: il capitale umano perso vale 134 miliardi di euro, una cifra che potrebbe triplicarsi se si considerassero le sottovalutazioni nei dati ufficiali.

L’Italia sembra essere l’ultima destinazione per i giovani europei

Per ogni giovane che arriva in Italia, otto italiani fanno le valigie per cercare fortuna all’estero.

Il paese accoglie solo il 6% di giovani europei, rispetto al 34% della Svizzera o il 32% della Spagna. Renato Brunetta, presidente del CNEL, ha parlato senza mezzi termini: “La scarsa attrattività dell’Italia per i giovani è una vera emergenza nazionale, economica e sociale.

I giovani scarseggiano per le imprese e per la pubblica amministrazione. Manca una risposta adeguata, ed è scandaloso”.

Il 35% dei giovani pronti a trasferirsi all’estero



Il rapporto rivela che il 35% dei giovani residenti al Nord Italia si dichiara pronto a trasferirsi all’estero.

Tra le motivazioni principali troviamo le migliori opportunità lavorative (25%), opportunità di studio e formazione (19,2%) e la ricerca di una migliore qualità della vita (17,1%). Curiosamente, solo il 10% indica il salario più alto come ragione principale per espatriare. Questo conferma che, per i giovani, la ricerca di un futuro migliore va oltre il semplice guadagno economico.

Partire vuol dire avere una visione più ottimistica del proprio futuro?

Chi parte sembra godere di una visione più ottimistica del proprio futuro rispetto a chi resta. Il 56% dei giovani emigrati si dichiara soddisfatto del proprio livello di vita, contro solo il 22% di chi è rimasto in Italia.

Inoltre, l’86% dei giovani espatriati crede che il proprio futuro dipenda dal loro impegno, rispetto al 59% dei giovani rimasti. Questa differenza di percezione si riflette anche nelle aspettative: il 69% degli emigrati si aspetta un domani felice, contro il 45% di chi rimane.

Le condizioni lavorative dei giovani emigrati sembrano giocare un ruolo chiave

Il tasso di occupazione tra gli espatriati raggiunge quasi l’80%, con un tasso di disoccupazione del 4,2%, contro il 12,5% di chi vive ancora al Nord Italia. Inoltre, il 33% dei giovani che hanno lasciato l’Italia dichiara di non avere intenzione di tornare, mentre il 16% pensa a un ritorno per motivi familiari.

Il rapporto evidenzia che molti giovani italiani criticano fortemente il “provincialismo culturale” del loro paese d’origine.

Una delle principali motivazioni per rimanere all’estero è infatti la percezione di un ambiente più internazionale e aperto rispetto all’Italia.

Il 23,3% dei giovani che hanno scelto di emigrare per volontà propria afferma che non tornerebbe in Italia perché non troverebbe un ambiente culturale aperto.

Renato Brunetta ha annunciato la creazione di un Osservatorio sull’attrattività dei giovani per affrontare quella che ha definito una “fase critica” per l’Italia: “L’emigrazione dei giovani ha impatti profondi sulla crescita dell’Italia, sulla sostenibilità del debito, sulla capacità di innovare e sulla dinamica della produttività.

Senza interventi strutturali, continueremo a perdere capitale umano prezioso.” Il fenomeno dell’emigrazione giovanile è una sfida che l’Italia deve affrontare con urgenza, perché altrimenti, come sottolineato da Luca Paolazzi della Fondazione Nord Est, “non solo continuiamo a perdere giovani, ma alimentiamo la crescita e la competitività degli altri Paesi europei”.



di 9Colonne 

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