
Esiste un sentiero in una pineta in altura di pini canari, che porta a due piccoli burroni divisi da un promontorio di basalto in cima al quale troneggia un macigno ben sagomato da erosioni millenarie!
È il mio trono, lo hai capito! Gli occhi non hanno l’ostacolo di alcuna “siepe” e possono toccare l’oceano che si vede lì in basso.

Bisogna scendere nel burroncino alla destra del trono (guardando il mare) se si vuole attraversare il guado di flora lussureggiante e risalire così lungo la fiancata scoscesa dove lo stesso sentiero comincia a perdersi…

Ma è proprio di lí, da quando appare l’immenso pino (dove sicuramente vive un “kami”, il “numinoso” protettore di quel bosco!) che incombe sul giallo gioioso dei “sonchus” appena fioriti… che comincia il mio piccolo EDEN, intrico impraticabile di “cistus monspelliensis” di “morgallanas”, e ancora “sonchus” e fichi contorti e” bejeques” e “retamas” (dai fiori biancorosati profumati) e, addirittura, la “pericallis echinata” (endemismo esclusivo di Tenerife).

Potrei continuare ancora, ma già mi vado immergendo nei colori e nei profumi che esigono un silenzio assoluto perchè possa sentirsi il fruscio carezzevole dell’umida brezza che dall’oceano laggiù, risalendo la montagna, riesce persino a fasciare di fremiti i rami giunchiformi della retama, sogno d’api operose e di capre ingordi di leguminose!
Il giardino del piccolo EDEN? Nei prossimi giorni ne farò un dosaggio.… altrimenti si rischia di ubriacarsi!
Gianni Galatone