La famiglia Malocello tra fede religiosa, implicazioni templari e potere economico al tempo della riscoperta delle Isole Canarie
I documenti relativi ai Templari sono stati gelosamente custoditi per secoli in archivi privati e molti di essi sono andati distrutti.
Nell’ambito delle vie di pellegrinaggio medievali, l’Italia ricoprì un ruolo fondamentale, costituendo una sorta di crocevia tra Compostela, Roma e Gerusalemme lungo la Via Francigena.
Pertanto, in tutta la penisola italiana si muovevano pellegrini di ogni età e condizione sociale, tutti bisognosi di assistenza e protezione di fronte ai rischi che rendevano pericoloso il viaggio.
Da qui la presenza di numerosi ospizi e dimore dove pellegrini e poveri viandanti potevano trovare ricovero per il loro soggiorno e per le loro cure, nel caso fossero ammalati.
In Oriente i Templari combatterono la loro “guerra santa”, coprendosi di gloria e pagando un grande tributo di sangue per ogni crociata.
Il 13 ottobre 1307 i Cavalieri Templari francesi furono arrestati contemporaneamente su tutto il territorio nazionale e rinchiusi nelle carceri, dove furono torturati e interrogati, costretti a confessare tutto ciò che i persecutori chiedevano loro di dire.
È nelle città marittime che i Templari avevano importanti fondazioni
I Templari avevano importanti fondazioni che sorgevano in ogni porto e costruivano chiese, case e ospizi per pellegrini e crociati in attesa dell’imbarco o semplicemente appena arrivati dall’Oriente.
A Genova l’opera templare si concentrò sul porto vecchio: il complesso religioso-sanitario di Santa Fede.
Sappiamo, con certezza, dell’esistenza di amicizie, ma anche di rapporti parentali, anche acquisiti attraverso legami coniugali, tra i Malocelli ed i nobili di Carretto, quelli di Bosco e quelli di Ponzone.
Così, con particolare riferimento a questi ultimi, il cui clan aveva notevoli legami con l’Ordine Templare, i Malocelli (a lungo imparentati con i Marchesi di Bosco) stabilirono rapporti con esponenti liguri del più alto livello dell’Ordine Templare.
Isabella Malocello, quondam Lanfranco, sposò nell’anno 1272 Ottone del Carretto (figlio di Manfredi) il cui fratello, Ughetto, aveva sposato Eliana de Ponzone (figlia di Leone e sorella del templare Enrico, marchese di Ponzone, detto anche Henricus Templarius.
I marchesi di Ponzone possedevano parti di proprietà sulla costa ligure, a Varazze, la medievale Varagine (denominato Ad Navalia).
La famiglia dei Marchesi di Ponzone espresse alcuni cavalieri all’Ordine dei Templari

La famiglia dei Marchesi di Ponzone espresse alcuni cavalieri all’Ordine dei Templari e, tra questi, bisogna ricordare Bonifacio di Ponzone, che partecipò ad un capitolo generale tenutosi nella precettoria di Santa Maria del Tempio a Piacenza, nel 1244.
Altro dignitario notevole, di cui abbiamo già parlato, fu il marchese Enrico di Ponzone, precettore della magione di Pavia e di quelle di Papia superius, intorno al 1252, anno in cui Pietro, vescovo di Tortona, gli concesse l’ospedale e l’oratorio di San Giacomo.
Lo studioso Goffredo Casalis, nel suo Dizionario Storico-Geografico, cita l’investitura di vescovo concessa ad Enrico, figlio di Emanuele di Ponzone e cavaliere del tempio, avvenuta nell’anno 1296.
Lo stesso marchese Enrico di Ponzone, nell’anno 1262, vendette i suoi possedimenti in Varazze a Lanfranco Malocello, Enrico Malocello, Jacopo Malocello e Lanfranchino Malocello, che ne acquisirono la piena signoria.

È noto che la cellula madre dei Malocello, intendendo con tale sintesi le famiglie che formavano il gruppo originario dei Visconti con il capostipite Ido (o Guido).
Che si divisero per formare più rami senza apportare dinastia al titolo di Visconte o senza mantenere stabilmente il cognome, ebbe sempre interesse per le questioni legate alla Chiesa.
Ne sono testimonianza i più antichi documenti compresi nella Cartografia genovese, dove emergono personaggi dell’originaria famiglia Visconti, alcuni già inseriti nell’ambiente ecclesiastico ed altri che figurano come sostenitori della Chiesa con importanti donazioni.
Nel 1014 abbiamo testimonianza di un certo Eriberto, suddiacono, figlio di Migesio Visconte (fratello di Adolfo Malocello, capostipite della famiglia Malocello), che donò al monastero di Santo Stefano un dodicesimo di un terreno nel Prado di San Martino.
Inoltre quattro anni dopo, nell’anno 1018, lo stesso Eriberto concesse allo stesso monastero un altro suo possedimento, un terreno con vigna presso la Porta Soprana adiacente alle mura di Genova.
Questi atti di liberalità a favore della Chiesa dimostrano, senza dubbio, il forte legame tra i Visconti (da cui provengono, come già accennato, i Malocello e altre illustri famiglie) e la Chiesa cattolica.
Esiste un atto del 14 gennaio 1222 (ASC, Documento notarile, c. 25 n. 277, ed. A. Ferretto, Maestro Salomone, pag.13-14 n.30) con il quale Opizzo Fieschi, conte di Lavagna e fratello del cardinale Ottobono Fieschi (poi divenuto papa Adriano V) costituisce procuratore Simone Malocello, “Conicum Ianuae”, dotato dei più ampi poteri di rappresentanza.
Questo importante atto di potere evidenzia il legame tra i Fieschi di Lavagna e i Malocello, destinato a durare a lungo, oltre a confermare altri documenti rinvenuti.
Consideriamo infine l’impresa di riscoperta delle Isole Canarie compiuta da Lanzarotto Malocello
Consideriamo infine l’impresa di riscoperta delle Isole Canarie compiuta da Lanzarotto Malocello, che pose una bandiera con una croce sul territorio di un’isola dell’arcipelago delle Canarie.
Il mappamondo di Dulcert parla chiaro: croce rossa su sfondo bianco. Cosa rappresenta questo?
Il primo pensiero va a Genova perché i genovesi erano esperti navigatori, i cosiddetti esperti del mare.
La bandiera genovese inoltre, aveva proprio questi colori e questo simbolo; bene, ma la questione, secondo noi, è molto più complessa.
Naturalmente, senza riferimenti certi, lasciamo il campo alle congetture.
Ci chiediamo, ad esempio, se la croce rossa disegnata dal cartografo Dulcert sull’isola di Lanzarote accanto al nome dello scopritore possa avere un significato diverso da quello che la maggior parte delle ipotesi suggerisce.
Lo identificano, senza prove, con la bandiera genovese. E se, invece, Lanzarotto fosse fuggito con il tesoro dei Templari, invadendo acque pericolose ma salvifiche per lui e per l’Ordine?
Per il resto l’anno è il 1312, che ricordiamo come Annus horribilis, ma per Lanzarotto, sicuramente, mirabilis. Tuttavia viaggiò il più lontano possibile, oltre le colonne d’Ercole.
Ma chi può dimostrare il contrario?
È vero che le famiglie vicine ai Malocello (i Vivaldi, i Ponzone e i Del Bosco, tra gli altri) avevano nelle proprie fila i Templari.
Restando in questo ipotetico contesto, potremmo anche immaginare una giornata nella vita di Lanzarotto Malocello dedicata alla cerimonia di investitura.
Pensiamo questo perché non esiste quasi mai una biografia sui Templari. Inoltre, la segretezza era uno dei capisaldi della dottrina.
Ma perché la scoperta delle Isole Canarie non viene menzionata negli Annali di Genova? Qual è il segreto? Ha forse qualcosa a che fare con i Templari?
Perché non viene menzionato nei documenti ufficiali di Genova?
Si è ipotizzato molto che la croce rossa su sfondo bianco, disegnata per la prima volta da Dulcert nel 1339 su un’isola delle Canarie, potrebbe non riferirsi alla Repubblica di Genova.
Due versioni ci incoraggiano: la prima è che, in segno di gratitudine verso la madrepatria, Malocello stende la bandiera genovese sulle Isole Canarie, e quindi la metafora dell’essere in terra natia pur essendo in mezzo all’oceano: il significato di “scoperta” e non di “dominazione” è evidente.
La seconda, più affascinante ma relegata al regno dei sogni (forse anche possibile) è che la bandiera in questione si riferisce all’Ordine del Tempio.
Nessuno studioso, per quanto ne sappiamo, propende per questa versione, ma poiché non esistono documenti che dichiarino un’altra versione, ecco che questo scenario diventa possibile.
di Alfonso Licata
* Presidente della Società Dante Alighieri delle Isole Canarie
* Presidente del Comitato Internazionale del VII Centenario della riscoperta di Lanzarote e delle Isole Canarie da parte del navigatore italiano Lanzarotto Malocello

*Accademico numerario A.C.I.H.L
*Corrispondente consolare d’Italia a Lanzarote

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