La sovrappopolazione alle Canarie: il problema è già qui
Il problema della sovrappopolazione di Tenerife, Gran Canaria, Fuerteventura e Lanzarote è arrivato per rimanere.
Più di vent’anni fa qualcuno già diceva che il principale problema che avremmo avuto in futuro nelle isole più grandi e popolate sarebbe stata la crescita incontrollata.
La popolazione straniera
La crescita incontrollata della popolazione straniera, attratta dalle opportunità di lavoro. Allora ci tacciavano di xenofobi ed etnocentrici.
Non è facile imporre misure di controllo della crescita demografica. Siamo nell’Unione Europea: circolazione e mobilità sono garantite a tutti i cittadini.
La sovrappopolazione alle Canarie: il problema è già qui. L’impatto che la crescita demografica ha sul territorio comporta molti interessi economici. (Instituto Nacional de Estadística (INE) )
Società di trasporti marittimi, aerei, urbani, taxi e auto a noleggio, hotel, bar, attività commerciali, ristoranti, speculazione edilizia, costruzione, tecnici, amministrazioni (concessioni edilizie), agenti immobiliari e tante altre attività economiche.
Tutte attività che generano volume commerciale.
Più di vent’anni fa non esisteva una consapevolezza collettiva di questo problema, derivato dai ritmi di crescita della popolazione delle isole.
A differenza di allora, oggi il consumo di territorio, il sovra sfruttamento delle risorse naturali, le code sulle strade, la scarsità di abitazioni,
Proseguendo con il caos nei servizi pubblici come sanità e istruzione, la sensazione di sopraffazione subita, specialmente nelle zone più turistiche, richiedono decisioni.
La popolazione non può crescere ogni anno con volumi come nel Comune di Gáldar, (Gran Canaria) per fare un esempio o a La Oliva (Fuerteventura), ha il maggior numero di popolazione straniera
A breve e medio termine è utopistico sperare nell’effetto delle misure legislative che regolino la crescita della popolazione nelle Isole Canarie.
Raggiungimento degli obiettivi
Dobbiamo quindi intervenire con azioni che portino al raggiungimento degli obiettivi, come frenare l’arrivo di stranieri, senza aspettare i tempi legislativi.
Filtrando e diminuendo gli arrivi dei 25.000 stranieri che vengono ogni anno alle Canarie, contribuiremo a ridurre il traffico nelle nostre strade.
Come anche alla diminuzione della richiesta di abitazioni, della pressione sul sistema sanitario o sull’istruzione.
Aspettative di lavoro
Diminuirà anche la sensazione di sopraffazione che si comincia a sentire nelle zone più popolate e anche le aspettative di lavoro per la popolazione canaria aumenteranno.
Quando si tratta di favorire la selezione di persone residenti per i posti di lavoro, si sente troppo spesso dire che “non sono preparate”, “non sono produttive”, o “sono poco competitive”, o addirittura che “non vogliono lavorare”.
Le Canarie hanno un’economia di servizi, specialmente turistici, che dobbiamo valorizzare con più formazione e qualificazione, con professioni vincolate al settore che sostiene il lavoro di circa mezzo milione di persone.
Dobbiamo migliorare la loro competitività.
Aumentare la qualifica la produttività e i salari. Dobbiamo contribuire a far crescere l’autostima dei nostri lavoratori.
Se vogliamo avere lavoratori più qualificati, più competitivi e più produttivi, dobbiamo migliorare i progetti formativi, creando centri di formazione di eccellenza.
Dobbiamo semplicemente essere all’altezza di quello che rappresentiamo come destinazione turistica.
Il conseguimento di un obiettivo di questa portata richiederebbe un investimento di 2 miliardi di Euro per i prossimi dieci anni, grazie al quale tutti ci guadagneremmo, soprattutto nel settore turistico.
Ma per farlo, è necessario introdurre una tassa per coloro che ci visitano. Sognare non costa nulla.