La vita e’ un sogno ma anche un tormento…
Chi le scrive e le racconta la storia che segue, preferisce restare nell’anonimato per il motivo che leggera’ piu’ avanti.
Infatti, l’anonimato e’ solo un modo per proteggere la mia sofferenza, la solitudine e la mia irrequietezza che provo in questo particolare momento, per i fatti che sto per raccontare.
Quando, d’accordo con la mia cara moglie, molti anni fa, decidemmo di adottare un bambino e dopo diversi anni di attesa, questo sogno si realizzò ne adottammo uno di tre anni, proveniente da un Orfanotrofio, abbandonato da piccolissimo e rifiutato dai genitori poveri e giovanissimi.
Finalmente il bambino arrivo’ nella nostra casa, la nostra gioia fu immensa per essere riusciti a ralizzare il sogno della nostra vita.
Questa gioia duro’ soltanto pochi mesi poiche’ il bambino si manifestò problematico, forse per le carenze affettive che non riuscivamo a colmare e con difficili problematiche di comportamento e di adattamento.
Fummo tutti sostenuti da Assistenti Sociali e medici psichiatrici e comportamentali che avrebbero dovuto curare le carenze sia affettive del bambino e di adattamento dei genitori.
Dopo non molto tempo il figlio conosce una ragazza anch’essa problematica, vogliono andare a convivere insieme, anche se le difficoltà comportamentali di entrambi implicavano dei rischi.
Dopo solo alcuni mesi il figlio e’ finito in galera accusato di aver ucciso nel sonno la moglie e condannato all’ergastolo.
Questo accadimento, come potrà intuire ha sconvolto anche le nostre vite, la nostra genitorialità, poiche’ speravamo in un futuro sereno e migliore non solo per il bene del figlio ma anche nostro, proiettato nel futuro; questo sconvolse non solo la vita del figlio ma anche la nostra esistenza.
Pero’ sono le piccole cose che contano nella vita se, come afferma Madre Teresa di Calcutta, perché se abbiamo acceso anche soltanto una fiaccola nell’ora buia di qualcuno, non si e’ vissuto invano.
Mai confondere amore e sofferenza, l’equivoco e’ in agguato ma il cuore sa difendersi, la sofferenza si riferisce sempre al passato mentre l’amore ci attende sempre nel futuro.
L’amore e’ dietro le quinte dove puo’ sempre essere cercato e ritrovato, e’ nascosto dietro a tutto cio’ che appare futile ed inutile.
Il problema non e’ tanto l’amore quanto gli occhi ciechi che non riescono a vederlo.
Ogni luogo deve avere una porta che si possa aprire facilmente quando si desidera ripensare alle ricchezze ricevute e che si serri prontamente ogni qualvolta vi si insinui un pensiero di vana sofferenza poiche’ i segnali che mi vengono offerti indicano la direzione del cammino alla ricerca dell’amore.
