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L’Italia richiede l’identificazione visiva negli appartamenti turistici

L’Italia richiede l’identificazione visiva degli ospiti negli appartamenti turistici

Il Ministero dell’Interno italiano ha segnalato in un’ordinanza che l’identificazione automatizzata a distanza degli ospiti delle case turistiche non soddisfa i requisiti stabiliti dalla legge e ha obbligato i gestori a identificare visivamente gli ospiti e a comunicare i dati personali alle forze di polizia.

Questa misura, secondo il Viminale, è dovuta “all’intensificarsi del fenomeno degli affitti brevi su tutto il territorio nazionale e legato ai numerosi eventi politici, culturali e religiosi in programma nel Paese”, compreso il Giubileo. 2025 e che secondo le stime porterà a Roma tra i 30 e i 35 milioni di turisti.

Giustificano inoltre l’ordinanza, “tenendo conto dell’evoluzione della difficile situazione internazionale, nasce la necessità di applicare misure rigorose volte a prevenire rischi per l’ordine pubblico e la sicurezza in relazione all’eventuale accoglienza di persone pericolose legate ad organizzazioni criminali o terroristiche”.

La circolare ministeriale precisa che “la gestione automatizzata del check-in e dell’ingresso nell’appartamento, senza identificazione visiva degli ospiti, non esclude il rischio che dopo l’invio telematico dei documenti, la struttura possa essere occupata da uno o più” più soggetti le cui generalità non saranno note alla competente Questura, il che rappresenta un potenziale pericolo per l’incolumità della comunità.”

Sistemi di accesso



Nel caso degli affitti brevi è molto diffuso l’utilizzo del remote check-in: si inviano documenti di identità all’inquilino tramite WhatsApp o altre applicazioni di messaggistica e poi gli ospiti accedono agli appartamenti inserendo i codici per aprire le porte o recuperando la chiave dalle cassette portachiavi, che i proprietari di appartamenti turistici collocano sui muri o sulle porte delle case.

Alcune città hanno cominciato a opporsi e, ad esempio, Firenze aveva già introdotto il divieto dal 2025.

La normativa attuale prevede già il “riconoscimento effettivo della persona che accede al servizio alberghiero”, ha spiegato lunedì il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, al termine di un incontro a Venezia.

Concorda con la circolare il Ministro del Turismo, Daniela Santanchè: “Apprezzo molto l’iniziativa del Viminale e sottolineo la piena e proficua collaborazione. La nuova circolare del Viminale sull’identificazione degli ospiti nelle strutture ricettive è un passaggio essenziale per prevenire rischi e garantire un’esperienza turistica serena e positiva, sia per i visitatori che per gli operatori.

I gestori degli alloggi turistici ritengono che la misura sarà discriminatoria

L’associazione italiana gestori affitti temporanei, Aigab, precisa in una nota che, pur essendo d’accordo con l’eliminazione delle cassette portachiavi, ritiene però “che il Ministero dell’Interno non è a conoscenza del fatto che il software utilizzato da molti gestori professionali utilizza tecnologie di riconoscimento degli ospiti con tracciamento biometrico e codici OTP del tutto simili all’accesso agli autonoleggi e ai conti bancari”.



tratto da: La identificación remota automatizada de los huéspedes no cumple los requisitos establecidos por la ley, dice el Ministerio del Interior italiano

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