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venerdì, Febbraio 14, 2025
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Quando la Gioconda era un quadro come un altro

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Oggi è forse l’opera più famosa al mondo, e la Gioconda di Leonardo Da Vinci non smette di suscitare emozioni.

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L’ultima risale allo scorso 28 gennaio, quando un gruppo di attivisti ha lanciato una zuppa contro il vetro che la protegge, nel Museo del Louvre, a Parigi. Questa volta, lo hanno fatto per attirare l’attenzione sulla necessità di diffondere un’alimentazione “sana e sostenibile”.

Le immagini hanno fatto il giro del mondo, ma non è la prima volta che il quadro viene preso di mira. Non solo atti di vandalismo, ma addirittura furti: ed è stato proprio un furto avvenuto nel 1911 a conferire fama internazionale al quadro.

CHI FU IL PRIMO AD ENTRARE NEL MUSEO



Era il 29 agosto del 1911 e un italiano, Vincenzo Peruggia, riuscì ad entrare nel museo, in quel momento chiuso al pubblico. Peruggia non era un esperto criminale, ma aveva lavorato nel museo e aveva installato la porta di vetro che proteggeva l’opera maestra. Per questo sapeva come estrarre il quadro. Con un intervento non particolarmente difficile, l’italiano prese il quadro e fuggì dal museo.

IL FURTO DEL SECOLO

La polizia cominciò le ricerche e il museo rimase chiuso per una decina di giorni, travolto dallo scandalo. La notizia venne pubblicata su tutti i giornali dell’epoca, e il fatto venne presto definito come “il furto del secolo”.

Se ne parlava nelle notizie diffuse nei cinematografi, si pubblicava nelle cartoline, addirittura nelle scatole dei cioccolatini. All’improvviso il quadro divenne una vera celebrità, alla pari delle stelle del cinema.

Il furto divenne questione di Stato, sollevando grandi tumulti e interventi appassionati. Un giovane poeta, tale Guillaume Apollinaire, rimase in carcere una settimana, accusato di essere l’autore del furto, e un suo amico pittore, tale Pablo Picasso, altrettanto giovane e sconosciuto, venne ritenuto complice e sospettato del furto. Entrambi risultarono innocenti e il poeta venne rilasciato.

Gli storici affermano che fu proprio questo furto a catapultare la Monna Lisa sull’olimpo della fama.

Fino a quel momento, era un’opera importante, al pari di molte altre, ma dopo il furto, il quadro di Leonardo divenne depositario di un tipo di fama senza eguali. Per oltre due anni si persero le tracce della Gioconda. In questo periodo, moltitudini di persone andavano al Louvre solo per vedere lo spazio vuoto dove prima era stata esposta la Monna Lisa.

Il quadro venne recuperato il 10 dicembre del 1913 e Vincenzo Peruggia venne arrestato. Dopo la cattura, Peruggia affermò che la sua motivazione era stata meramente patriottica, e che la sua missione era quella di riportarlo in patria.

Negli anni seguenti, in piena Prima Guerra Mondiale, il quadro venne trasferito in diversi luoghi segreti della Francia per evitare che i tedeschi lo portassero via. Una volta concluso il conflitto, la Monna Lisa tornò al Louvre, e da quella volta non venne più rubata. Ma è stata ancora vittima di attacchi.

FURONO DIVERSI GLI ATTACCHI VERSO LA GIOCONDA



Uno dei più famosi è quello avvenuto nel 1956, quando un turista boliviano, Hugo Unzaga, lanciò una pietra contro il vetro di protezione dell’opera. Sembra che l’autore del gesto cercasse un modo per tornare in Bolivia. Gli andò bene: dopo sole 24 ore di fermo, venne rispedito in Bolivia.

Dopo questo incidente vennero installati vetri anti-proiettile a protezione del quadro, lo stesso sistema in uso ancora oggi. La protezione speciale cui è sottoposta La Gioconda non ha diminuito l’interesse per il quadro e altri hanno cercato di danneggiarla nel corso dei decenni.

Nel 1974 una giapponese su sedia a rotelle versò della pittura rossa durante il primo giorno di esibizione del quadro al Museo Nazionale di Tokio, in Giappone. Pare che la donna volesse protestare contro le politiche del museo, che rendevano difficile l’accesso alle persone disabili.

Quanti attacchi subì la Gioconda

Di ritorno al Louvre, nel 2009, l’opera rimase vittima di un altro attacco. Questa volta, una turista russa lanciò una tazza da tè di porcellana. La tazza si ruppe in mille pezzi, ma il quadro restò intatto. La turista affermò più tardi che lo aveva fatto per protestare contro le autorità francesi che le avevano negato la cittadinanza francese.

Nel maggio 2022, la Monnalisa è stata protagonista di un altro incidente: un uomo travestito da anziana in sedia a rotelle lancia una torta contro il vetro, senza provocare danni, ma lasciando il vetro macchiato di bianco. L’autore, munito di parrucca e rossetto, al momento dell’arresto, lanciava rose intorno a sé, gridando: “pensate al pianeta”. L’atto, ripreso con gli smartphone dalle persone presenti al momento, in pochi minuti diventa virale sui social. Stessa dinamica lo scorso gennaio, con successivo video diventato virale.

La Monna Lisa è diventata essa stessa virale, con buona pace degli italiani che continuano a credere che sia stata rubata e portata da Napoleone in Francia: pare sia stato lo stesso Leonardo a portare il dipinto in Francia nel 1516. Poco importa se lo abbia regalato o venduto ai Reali di Francia: se lo vogliamo ammirare, dobbiamo rassegnarci ad andare a Parigi.

Francesca Passini

  • Giovanni Poggi, Corrado Ricci e Luigi Cavenaghi di fronte al quadro recuperato (fonte: “L’Illustration”, 20 dicembre 1913) dal web



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