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venerdì, Febbraio 14, 2025
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Violenza a bordo. Ryanair: limitare l’uso di bevande alcoliche

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Violenza a bordo degli aerei. Ryanair chiede di limitare l’uso di bevande alcoliche

La compagnia Ryanair chiede di limitare l’uso di bevande alcoliche alle aree aeroportuali, per contrastare episodi violenti durante il volo.

Il Consigliere Delegato della compagnia aerea low cost Ryanair, Michael O’Leary, chiede che i passeggeri possano consumare bevande alcoliche solo nelle aree aeroportuali, per prevenire gli incidenti prima e durante il volo, come spiegato dallo stesso O’Leary in un’intervista pubblicata recentemente dal quotidiano britannico “The Telegraph”.

IMPORRE IL LIMITE DELLE BEVANDE

Secondo O’Leary, le autorità aeroportuali dovrebbero imporre un limite di due bevande alcoliche per ogni carta d’imbarco, per limitare il rischio di episodi di violenza, che aumentano anche in conseguenza dei ritardi dei voli. Questi ritardi infatti comportano un maggior tempo di attesa, e quindi più tempo a disposizione per i passeggeri per consumare alcol.

I casi di violenza a bordo degli aerei sono aumentati quest’estate, e adesso si verificano settimanalmente, soprattutto su certe rotte e destinazioni turistiche.

Il Consigliere Delegato di Ryanair, compagnia leader nel settore dei voli low cost, ha confermato che le tratte dagli aeroporti inglesi verso le classiche destinazioni turistiche sono particolarmente problematiche, ma ha anche detto che gli stessi episodi si verificano nelle tratte in Irlanda e Germania.

“Una volta, i passeggeri che bevevano troppo finivano per crollare o per addormentarsi. Oggi i passeggeri prendono anche pastiglie e polverine. Con questo mix, i comportamenti di molti passeggeri diventano aggressivi e difficili da controllare”.

Alla proposta di O’Leary si oppongono gli aeroporti, che affermano di “non servire bevande alcoliche a passeggeri ubriachi”, ma può succedere che lo facciano con gli accompagnanti dei viaggiatori ubriachi”.

L’intervista si conclude con la richiesta di O’Leary di “considerare che quanto richiesto non cambia nulla per i bar, che continuerebbero comunque a vendere cibi e bevande, ma le agenzie governative nel Regno Unito e nel resto d’Europa non sembrano prendere questa richiesta seriamente”.

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